Ciao a tutti,
scrivo questo post con un account ''throwaway'' in quanto non vorrei che sia ricollegato alla mia ex sezione di appartenenza.
Mi porto questo fardello da anni (ormai più di 15) e non vi nego che tutt'ora, ripensandoci, la cosa mi fa stare abbastanza male.
Vi racconto la mia storia, mi farebbe molto piacere ricevere un vostro onesto parere, per capire se la situazione è ''nella norma'' o meno.
Fin da quando ero piccolo, ho sempre sognato di arbitrare. Mio zio è arrivato ad arbitrare in serie B nella sua gioventù e mi ha sempre raccontato le sue esperienze, portandomi ad amare quel mondo. Ho arbitrato piccole partite scolastiche fin dalle scuole medie, per poi fare il corso e diventare arbitro al compimento dei miei 15 anni.
Passo l'esame, il test di cooper e alla prima partita ricevo i complimenti del tutor per la direzione della prima gara. Ero contentissimo dei miei risultati.
Il tempo passa, arbitro 5/6 partite, supero lo Yo-yo (che intanto aveva preso il posto del cooper), ma a quanto pare gli OA non erano contenti delle mie prestazioni.
Non avevo mai giocato a calcio, non ero sicuramente un fenomeno. Sono onesto con me stesso e consapevole di non essere per niente stato un arbitro impeccabile, ma mi divertivo. Imparavo dagli errori, dai raduni, dalle riunioni settimanali in cui si analizzavano le casistiche e gli errori. Ero (e sono) una persona estremamente aperta ad imparare e migliorare.
Fatto sta che, alla mia sesta designazione, suona il telefono ed io rispondo contento per ricevere la sesta partita. Era, invece, il Vice Presidente che mi comunicava che le mie prestazioni erano insufficienti, e mi invitava a dimettermi. Mi diceva che lo stava dicendo per me, per evitarmi l'espulsione. Che se avessero preso provvedimenti loro sarei stato radiato e non avrei più potuto arbitrare nella mia vita, che era meglio se mi fossi dimesso io personalmente così che poi, in futuro, sarei potuto rientrare. Che se qualcuno avesse fatto ricorso per dei miei errori sarei stato espulso (''Se salta la partita per un errore, salta l'arbitro'') e che non era ambiente per me, quello dell'arbitraggio. Tutto ciò a poco più di 1 anno dal corso, avevo 16 anni.
Non c'è anno in cui non ripensi a tornare ad arbitrare, perché farlo mi manca. Ho pensato di passare alla pallavolo, al basket o a qualsiasi altro sport, perché mi piace davvero il mondo arbitrale, ma quell'espserienza mi ha profondamente segnato.
Vorrei sentire il vostro parere, se reputate che sia normale, sia consuetudine e sia stato corretto o meno.
Grazie ex colleghi, a prescindere dalle risposte.